Il giuramento più bello

Dal nostro inviato Mario Bernardi 95-98

Finalmente oggi sono riuscito a finire il resoconto sul giuramento: Il 18 Novembre 2017.
Ovvero Il mio primo 18 Novembre da Consigliere Irresponsabile.
Lo hanno detto tutti e, sicuramente, dietro la sua cera austera, anche il Presidente Mattarela lo avrá pensato: il 18 Novembre 2017 ha visto il più bel Giuramento di sempre.


Ma andiamo per ordine: il 17 novembre o, meglio, Venerdì 17, arrivo alla Scuola nel primissimo pomeriggio. Sono quasi le 15, l’Aula Magna è deserta, ma nel corridoio passeggia su e giù, giá vestito di tutto punto con l’uniforme sociale, quella vera con doppiopetto blu e bottoni con lo stemma della Scuola (ma dove l’avrá acquistata?), Giancarlo Tatone, il quale, evidentemente per evitare arrabbiature nel corso della 3 giorni di intenso programma che ci attende, è arrivato giá incazzato di suo. Iniziamo bene, penso io. Nel frattempo si chiude l’ultimo Consiglio Nazionale Uscente, ormai Uscito direi, e si comincia a popolare l’Aula Magna.

L’inizio è un po’ lento, siamo forse una decina inizialmente, comunque puntuali poco dopo le 15:30 il Presidente Alessandro Ortis apre il tradizionale incontro culturale del venerdì precedente al Giuramento, dove il Presidente Onorario Giuseppe Catenacci presenta la pubblicazioni dell’Anno appena conlcuso. Vengono presentati i Calendari, gli opuscoli di memoria storica incentrati su aspetti della Grande Guerra e infine il buon Nando Scala, chimico prestato alla ricerca storica, presenta la sua scoperta: “Il Caduto dimenticato: la breve Grande Guerra di Federico Mensingher”. Il Tenente Colonnello, corso 1877, caduto il 3 luglio del 1915, poco piú di un mese dall’entrata in Guerra dell’Italia, il cui nome, per qualche motivo, non é presente sul Masso del Monte Grappa posto all’ingresso della Scuola. Presto giunge, in compagnia dle fratello Pio, Francesco Forlani, che non ha bisogno di presentazioni, e che introduce l’ultimo numero della Rivista Sud, pubblicato questa volta grazie al generoso contributo volontario di 12 Soci della Sezione Estero. L’Uscita Un particolare ringraziamento va a Mimmo Orsini il quale si è prodigato per riparare ad un improvvido errore di stampa…. ultimo di tutta una serie di difficoltá che questa importante Rivista ha incontrato: l’occasione per la pubblicazione del numero 50 é che quest’anno ricorrono i 70 anni dalla fine della rivista pubblicata dal giovane Prunas proprio nei locali della Nunziatella: il numero appena pubblicato ha fra l’altro alcuni documenti originali dell’ultimo numero che allora non uscí.

È poi il momento di visionare le foto delle vacanze, si fa per dire, di Riccardo Innocenti e di Giuseppe Battaglia i quali, invece di portare le mogli e i figli in Sardegna o a Ischia, come farebbe il sottoscritto e penso molti di voi lettori,nel 2014 sono partiti per un mese alla volta della conquista di una vetta inesplorata del Karakorum chiamata appunto Nunziatella Peak.


Immaginate lo sbigottimento della platea, considerando che metá del parterre, me compreso, aveva ancora l’affanno per aver fatto un piano di scale.


A chiusura di questa lunga ed articolata presentazione, quando però ormai la Scuola cominciava ad affollarsi di ex allievi vagolanti, di saluti di ‘Uè comm stai!’ e altre esclamazioni di giubilo, spesso in vernacolo, tipiche di chi reincontra i vecchi compagni, viene proiettato un video sulla Chiesa della Nunziatella realizzato con un drone, parola che non significa un insulto (Sei Un Drone!) bensì una specie di micro elicottero, che a dire il vero assomiglia di più ad un frullino elettrico, che svolazza portandosi una telecamera in giro consentendo riprese a volo d’uccello. Leonardo da Vinci lo aveva giá immaginato nel 1510, ma ci sono voluti 500 anni per averne uno funzionante!
Finite le presentazioni i corridoi della scuola vengono inondati da una folla festosa di ex allievi di ogni epoca e grado fino al momento della deposizione della corona per ricordare i caduti. Si soffre un po’ per l’affollamento alla fine ci ritroviamo in Largo Nunziatella: si fatica un po’ a far rispettare il silenzio al momento della deposizione con la Guardia D’onore schierata di lato al Masso. Questa ecco é una cosa a cui pensare per il futuro: accoglienza ordinata, distribuzione di un programmino, visita alla scuola per gruppi, magari un brindisi, poi peró tutti zitti al momento dovuto.

Ma consentitemi un minimo flashback perché proprio prima che finisse il filmino sulla Chiesa, a dire il vero un po’ lungo, esco dall’Aula Magna e incontro Gabriele Albarosa in compagnia dei cadetti di Eton e del loro Comandante Lieutenant Colonel Michael Wilcockson con la consorte, coppia che ormai dopo numerosi incontri posso dire di conoscere bene, e proprio in quel momento ho il piacere di presentare Mimmo Orsini agli etonians e con licenza poetica introduco Mr Littlebears ai nostri ospiti Inglesi, un po’ interdetti al risuonare di quel cognome inglese. Nel rumore di sottofondo però lo scherzo si perde e chiedo venia sin d’ora a Mimmo, che certo saprà di questo affettuoso nickname che gli ho affibbiato. Dopotutto Bernardi è un cognome di origine germanica (simile a Leopardi etc) che vuol dire ‘orso forte’ per cui possiamo dire che siamo quasi parenti degli Orsi e degli Orsini…


Il resto della serata ha visto le tradizionali cene ed incontri di classe, e per i più giovani, l’assiepamento davanti al buon vecchio ‘Le Belles Choses’ in via Cesario Console. Dopo aver sperperato la serata bevendo spritz ho anche il piacere di face conoscenza diretta dello zoo del 214, com cui avevo avuto un acceso scambio ‘virtuale’ nesi mesi scorsi. Ragazzi per bene, facce pulite, occhi luccicanti. Io lo ripeto da anni: non vi é cosa peggiore che vedere ex allievi che si insultano per iscritto, sia per lettera o per notiziario o sui social. Questa dorebbe essere la prima regola: Mai e poi mai insultare gratuitamente chi non si conosce, salvo avere dei solidi elementi. Per chi non lo sapesse nel corso di qest’anno alcuni Ex Allievi del 2014 hanno preso in ostaggio uno dei tanti gruppi Facebook Ex Allievi che avevevamo creato anni fa migrando da un gruppo “moderato” in maniera alquanto dispotica: nel giro di pochi minuti i giovani dello Sc B del 214 sono rimasti i soli amministratori del gruppo, ma essendo anche maldestri dopo numerose dimostranze riescono a farsi bloccare deifinitvamente dal dio di Facebook. In pratica hanno fatto la fine di Robespierre, peró con la differenza avendo perso le chiavi quel gruppo orami é destinato al naufragio perpetuo nel vuoto digitale…

Dopo aver fatto le ore piccole, alle ore 9 del 18 novembre inizia l’ammassame to sulla stessa via Cesario Console di un numero imprecisato di Ex Allievi: 2000 secondo i piú, 1650 per gli organizzatori, 800 per la Questura. Comunque il numero esatto lo avránno certamente i Satelliti e i Droni spioni di Google Earth…

La giornata è stupenda: il Golfo di Napoli ci regala un sole magnifico e brillante, un cielo terso e un’aria tepida e accogliente, se la Nunziatella è la Nostra Madre, Napoli con la sua generosa bellezza è la nosta amante. La piazza del Plebiscito, l’antico largo di Palazzo, ci accoglie generosamente mentre le Autoritá ci osservano compiaciute dalla Tribuna, in realtá il vero spettacolo é la folla che preme sulle transenne che delimitano lo spazio della cerimonia, incorniciato dai Palazzi gemelli della Prefettura e del Principe di Salerno, con il Palazzo Reale, bruno di pietra lavica e di rosso scuro, sdraiato sul fondo come un enorme gigante pluricentenario in tutta la sua maestá, mentre dirimpetto sul versante settentrionale la Basilica di San Francesco di Paola ci abbraccia come un Grande Madre rivelando le suo origini di tempio illuminista nonostante sia un ex voto alla restaurazione. Dal Bronzo del suo Cavallo chissá cosa avrá pensato il Re Ferdinando da dietro la Tribuna, mentre osservava muto quel grande e festoso assiepamento.

Il tempo, nei momenti felici, è un ladro che sparisce in fretta, forse per questo che il gruppo di ex allievi volontari a supporto dell’organizzazione della cerimonia, creato da Gabriele Abarosa, è stato denominato Ermès (sic), come il dio protettore delle borse firmate, ops volevo dire come il dio messaggero, che però è anche il dio protettore dei mariuoli.

Fatto è che le quasi due ore che precedono il nostro schieramento volano veloci, così come la cerimonia stessa: sono presenti tutte le massime autoritá, mancavano solo il Santo Padre Papa Francesco e la Regina Elisabetta! Erano infatti presenti: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal “nostro” Alessandro Casarsa Comandante dei Corazzieri, ill Ministro della Difesa, Senatrice Roberta Pinotti, il Consigliere del Presidente della Repubblica e Segretario del Consiglio Supremo di Difesa, Generale Rolando Mosca Moschini anch’egli Nunziatello, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, il Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, sempre Ex Allievo ed anche direi molto partecipe, presente ed affezionato.


Presenti anche L’Ex Ministro della Difesa nonché ex Allievo Prof. Arturo Parisi, Il Governatore della Regione Campania De Luca e il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ogni anno generosamente invita la Scuola a tenere la Cerimonia del Giuramente in Piazza del Plebiscito.
La cerimonia ha Inizio: l’Organizzazione, gli allestimenti, la Banda dell’Esercito, gli ex allievi stessi, ben vestiti e persino abbastanza quieti. Francesco Sciascia, neo Vice Presidente dell’Associazione e Giancarlo Tatone, hanno battutto la piazza in lungo e in largo tenendo insieme i ranghi.


Padrino del 230 corso è l’ex Allievo MOVM Generale Rosario Aiosa, che proprio quest’anno festeggia il 50ennale: “Non scambiate i vostri ideali per una toga o una feluca, per una presidenza o uno scranno”. Il messaggio di Aiosa é di una forza e un coraggio che solo una Medaglia D’Oro poteva esprimere: la fedeltá a se stessi davanti ad ogni cosa, davati ai gradi, al potere, al denaro. 

Parole che nel cuore di ragazzi di 15 e 16 anni si andranno certamente ad annidare per poi dare i loro frutti, perché noi questo siamo, figli di una Scuola dove i Valori si trasmettono da generazioni e dove il coraggio e la forza di questi valori consentono anche di trasgredire quando questi stessi valori vengano messi in discussione da chi ha il comando.


Segue il discorso del Comandante Colonnello Fabio Aceto, seguito dal Giuramento vero e proprio. Interviene il Presidente dell’Associazione Ex Allievi Alessandro Ortis, sempre con voce tonante e che dopo aver salutato e ringraziato tutte le autorità insiste sul progetto di scuola Europea.


Torniamo alla cerimonia: l’ultimo atto non può che non essere il Pompa, quest’anno cantato in movimento… mentre la compagni allievi risaliva verso Monte di Dio: il tutto sotto gli occhi di migliaia di napoletani che come ogni anno affettuosamente partecipano alla Cerimonia da dietro le transenne.

Video del Pompa ad inseguimento

E qui vorrei fare un piccolo excursus: qual è il motivo che spinge ogni anno centinaia di persone a tentare di conquistare un posto nelle tribune? Personalmente, pur avendo ricevuto il posto in tribuna, non ho mai nemmeno per un attimo immaginato possibile di trascorrere il giuramento lontano dai miei compagni di classe e di corso, piuttosto me lo sarei guardato in tv.

Ma quale meccanismo archetipico di autoinganno spinge l’ex allievo generico medio a pretendere ‘il posto in tribuna’ in nome del suo essere qualcuno? Dopo oltre vent’anni di riflessione filosofico psicologica, o dovrei forse dire etologica, sull’exallievitudine mi sono reso conto che forse noi Ex abbiamo più cose in comune, tanto per fare un esempio, con Charles Manson o a un qualsiasi serial killer svitato, che non con un Giuno Bruto o un Furio Camillo, tanto per fare esempi lontani nel tempo e nello spazio. Questo per spiegare a che la naturale insofferenza un certo grado di omologazione e dicooperazione fra ex come pure la litigiosità che ahimè spesso ci contraddistingue.

Ma su questo tornerò, spero fra non molto, con uno studio specifico ispirato agli studi sull’educazione di Michael Foucalt. Stay tuned.

Dopo il Giuramento vero e proprio e la Consegna dello Spadino intervengono le autoritá: sia il Ministro che i Generali, i cui discorsi che troverete trascritti nei resoconti ufficiali, in sostanza, hanno sottolineato l’amore per la Nunziatella per ciò che è stata ed è ancora oggi e soprattutto l’impegno per ciò che diventerà nel futuro: la prima Scuola Militare Europea.

Per la prima volta quest’anno sono presenti in rappresentaza 2 allievi della Cadet Force dell’Eton College, indubbiamente la più antica e prestigiosa scuola superiore Inglese, e forse d’Europa. Parlando poi con gli allievi di Eton posso affermare che la loro ammirazione per la Nunziatella e per l’esperienza cui hanno avuto modo di partecipare è infinita.

Arriva il momento dello sfilamento, Presidente Ortis in testa, seguito dai Labari, Cinquantennale, Decennali e poi in rodine di anzianitá compangie di ex allievi! Per quei pochi secondi che ho avuto modo di sbirciare la tribuna d’onore durane la marcia le autorità erano davvero abbagliate e sfolgoranti di soddisfazione così tanto che il Ministro Pinotti a cerimonia conclusa si è mischiata e intrattenuta con numerosi ex allievi nella piazza, come uno di noi.

E qui consentitemi una considerazione personale: io non sono certamente di sinistra, ma sarà che Roberta Pinotti è per formazione un’Insegnante, sará che ha particolari capacità di ascolto e un rapporto eccellente con i vertici militari, che lei affettuosamente chiama ‘I miei uomini’ nelle riunioni ufficiali, io non ricordo mai un Ministro della Difesa tanto attento, vicino e affettuosamente presente nei confronti della Nunziatella.

Emblematica di questo rapporto è secondo me la foto del Ministro con il nostro neo eletto Vice Segretario Rosalia Ambrosio: due Donne, una che ha indubbiamente fatto strada, e ancora ne fará, e un’altra che ha davanti a se grandi sfide e altrattato grandi successi.

Ho scritto e continuerò a scrivere Ministro e Vice Segretario perché, con buona pace dei certe correnti di pensiero, sono convinto, e lo scrivo da filosofo, che la funzione venga prima della persona e non vice versa, che un termine sia maschile o femminile è spesso un mero accidente della evoluzione linguistica e non una regola aurea dai significati escatologici.

Dopo saluti, foto e strette di mano si fa l’ora, perché al sud in tempo si fa e non trascorre, si fa dico l’ora del Pranzo. E qui, cari amici, so di toccare, dopo la Nunziatella, un tema assai caro ai più: il cibo. Il ritorno a Napoli in occasione del 18 Novembre é si un ritorno all’adolescenza, ai nostri valori, ai nostri affetti ma anche l’occasione per ripercorrere quei sapori selvaggi incontrati nelle bettole dei Quartieri Spagnoli. Negli anni passati sistematicamente ci riversavamo sul lungomare dove ci siamo per quasi vent’anni fatti rapinare dalle pizzerie di via Partenope: tutte uguali, affollate, piene di cafoni, dove si mangia mediamente male a un prezzo alto e, se si segue il ‘faccio io un antipastino e poi un bel pesce?’ suggerito dall’abile cameriere broker, un prezzo addirittura altissimo se non da pranzo di nozze.

Quest’anno abbiamo seguito il consiglio del nostro Capocorso nonché Insider, il Professore Massimo Di Lillo che insegna proprio alla Nunziatella, il quale ha prenotato in una delle trattorie di Monte di Dio dove abbiamo mangiato non bene ma divinamente per poco più di trenta euro. Non svelo il nome per evitare di non trovar posto l’anno prossimo ma volevo condividere questo momento gastronomico: in particolare le polpette al ragù che ci sono state servite mi hanno ricordato il sapore di quelle di mia Nonna, buonanima, un gusto che non avrei mai pensato di poter ritrovare in vita mia, un momento di vera ed intima commozione.

Il pomeriggio del Sabato è da sempre dedicato all’Assemblea: quest’anno confesso di essere arrivato un po’ in ritardo, ma le polpette davvero meritavano un periodo di meditazione, come quando si prende l’eucarestia. Mi consola il fatto che il mio arrivo é coinciso con quello nel Segretario Entrante Fulvio Campagnuolo: sono in buona compagnia.

Ogni anno si fanno le stesse riflessioni: ma é mai possibile che l’Assemblea si debba fare proprio nell’unico giorno in cui molti di noi incontrano dopo anni i compagni, hanno le famiglie al seguito, sono provati da pranzi luculliani o si preparano per il festeggiamenti del lono ennale? Ormai da diversi anni vi é l’usanza di chiamare una 2 giorni per parlare di Associazione, le ultime due volte a Bologna, e in anni precedenti era stata organizzata in altri luoghi, non sarebbe forse piú logico creare un evento ‘ad hoc’ dove si discute di Associazione e si tiene poi l’Assemblea? Potrebbe essere a Napoli nel mese di Maggio, oppure un evento itinerante, magari nel centro Italia per essere facilmente raggiungibile da tutti. Cosí il 18 novembre finalmente ce lo viviamo per quello che é: una grande festa, e in concomitanza si potrebbe anche organizzare il sabato pomeriggio, dopo le 16, le presentazioni culturali, e magari per la serata una cena o una serata dove soprattuto gli ex allievi che non hanno organizzato iniziative di corso possano ritrovarsi e conoscere altri ex allievi.

L’assemblea è un rituale ormai consolidato, ma a differenza di quanti molti potessrro pensare questa assemblea del 2017 è stata particolarmente breve e lineare. Non sono mancati momenti folcloristici come l’intervento di Nunzio Seminara e lo scambio scarpettiano fra Pascucci e Ballerini, a seguito dell’intervento di quest’ultimo sugli ex allievi di serie A e di serie B, annosa questione che da almeno 30 anni aleggia soprattutto sulla Sezione Lazio. A mio avviso il motivo assai semplice perché é a Roma che si scontrano il numero degli ex allievi, sia militari che civili, ‘impiegatizi’ e ‘dirigenti’, per cui la vita di questa sezione scorre sempre su un doppio binario con periodici scontri fra chi vorrebbe il circolo e chi invece una specie di dopolavoro, modelli, a mio avviso, entrambi superati.

Il Past President, nonché storico Segretario Nazionale, prende la parola e convoca Paolo Ballerini con la domanda: “Tu sei Paolo Ballerini?” “Si sono io”, “Tu a Roma hai detto che Pascucci è una bestia di Avvocato?” E Ballerini: “Sì, confermo..” Al che Pascucci replica con un vernacolare “E Vafacul…”

Noi siamo, evidentemente, anche questo. Dopotutto anche alla cena di natale a casa di ciascuno di noi c’è lo zio matto che fa il suo discorso e i parenti che litigano, però alla fine sempre natale è ed è bello ritrovarsi attorno alla stessa tavola imbandita.

Avviene il momento di passagio fra Il Presidente Uscente Alessandro Oritis e Giuseppe Izzo, il cui zio omonimo, e fors’anche eponimo, Medaglia d’Oro, proprio 50 or sono veniva eletto presidente dell’Associazione. Insomma il Nuovo Presidente, il quale anch’egli ha festeggiato in questa occasione il cinquantennale, inizia giá con altissimo compito: quello non solo di eguagliare il suo illustrissimo avo predecessore Generale Izzo, ma anche il suo diretto predecessore Sandro Ortis il quale, come tutti sappiamo, ha lasciato l’Associazione in uno stato per molti aspetti di grazia, cosa che tutti, persino i più critici, hanno più volte riconosciuto.


Il cambiamento é sempre un fatto positivo poiché si mettono in moto nuove energie e si creano nuove opportunitá, in bocca al luo Presidente Izzo!

L’assemblea si chiude in un clima assai disteso, ognuno si dirige verso i propri appartamenti per prepararsi per le rispettive serate: cene di corso, ennali, baccanali vari. Io alle 20 mi reco al circolo “Rari Nantes” dove l’ottimo Gianni De Leva ha organizzato i festeggiamenti per il 40ennale, e qui ritrovo il Presidente Ortis, il Presidente Onorario Catenacci, gli Umberto e Gabriele Albarosa con la Mamma Francesca nonché gli Etonians, occasione per un mini raduno della Sezione Estero, presenti Carlo Volpe e da Singapore Gianluca Trezza.

Domenica vi confesso che, pur essendomi svegliato alle 7 e qualcosa, sono rimasto a letto più del dovuto. Chi ha figli molto piccoli può comprendermi, ogni occasione per indulgere un po’ più a letto nella quiete del mattino è d’oro.

Arrivo a Scuola a Messa terminata e in Chiesa non ci sono più nemmeno 4 gatti, ma solo uno, tigrato. Issss… provo a farlo uscire ma prende la via della sagrestia… vabbuò allora deve essere ‘di casa’ o meglio ‘di chiesa’. La Chiesa vuota mi si offre in tutta la sua barocchissima bellezza, ma é un barocco gaudente, sensuale, giocoso che mai si prende troppo sul serio, gli astuti Gesuiti a Napoli nel ‘700 l’avevano giá capito, la Fede é un pericolo, meglio celiare. E quindi i colori pastello, le forme avvitate e svolazzanti, i marmi scintillanti e le forme sinuose, se nel paradigma del mondo barocco e poi rococó la vita é un sogno, come scisse Calderón de la Barca, é vero che la Religione diventa un grande e solenne Spettacolo: la Madonna il cera del Pieri restuarata grazie al buon Francesco Sciasca é li a testimoniarlo, le labbra semichiuse, lo sguardo altrove, la smorfia di dolore, ma non vi preoccupare, alla fine é di cera, anche se sembra vera.

Entro a Scuola e in Aula magna si svolgono ulteriori proiezioni mentre i radunisti visitano la Scuola, i sotterranei, che poi sarebbero i locali della Crypta della Chiesa, e infine la mensa dove ci attende un lauto, e devo dire gustoso, pasto. Non ho mai firmato con lo spray nei sotterranei e, a dire il vero, é una cosa di cui ado fiero: in un modo dove tutti sono ossessionati dall’apparire, dal lasciare la propria presenza,

Presenti al tavolo del Comandante Aceto Il Presidente Izzo, in compgania dei compagni di corso del 50ennale, e fra gli altri, Rosario Aiosa, sempre corso 67, e poi Franco Sciascia e Mimmo Orsini che ha anche per l’occasione fatto da Maitre/Bidello facendo accomodare i radunisti (Urlando: Bernardi fai sederei tuoi cappelloni che non si capisce niente! Rispondo: Mimmo ma io sono ospite non c’entro nulla! Tu c’entri sempre…. é la risposta, Mimmo se non ci fossi bisognerebbe davvero inventarti)
Pranzo, torta, fotografie e poi il canto del Pompa, con tutti i radunisti di tutti i corsi abbracciati: questo è in fondo ciò che siamo: dei compagni di classe, di tutti i corsi, e, idealmente, in quel pompa cantanto a mensa potevi vedere tutti insieme gli ex allievi di ogni epoca cantare il Pompa ai cappelloni di ieri, di oggi e speriamo sempre di più, di domani.

Vademecum Giuramento

Chi volesse contribuire inviasse materiale a Gabriele Albarosa 84-87


…e se un dì…cliccate e ascoltate…

E ancora: Giuramento IDEALE


Dalla Commedia dell’Allievo di Gabriele Albarosa 84-87

[…]

Per questo evento, giunti a far da bàlia,

Un’orda di ex-Allievi, d’ogni donde

E d’ogni quando, incede e tutti ammàlia
Mentr’essa si riversa come l’onde

Ovunque, nei recessi del Maniero;

E al tal che chiama, il tizio che risponde
Accorre e poi, con sentimento vero,

Abbraccia, impreca e bacia e si commuove;

Un “nostos” che somiglia a quel d’Omero,
Partenope, non Itaca il suo “dove”.

[…]


Da Loro di Napoli

“L’Echia ossia Pizzo Falcone resta in mezzo a lunghissimi filari d’ olmi e di viti dall’arte in modo castigati e curvi, che sospendono cocchi assai sfogati e tessuti di mollissima verdura, e gittan ombre misteriose e care agli amanti sugli opportuni sedili. Quando poi sono accese le lampade lo spettacolo è ancora più bello, e sbaglieresti per la Galassia in terra quel sì proteso scintillare da una parte e dall’ altra. Arroge la musica, il passaggio delle barchette, i lumi de’ pescatori e quelli delle case, e la prospettiva che la piena luna fa scorgere in vaporose lontananze di Capri, e del lido Sorrentino, onde direi che il nome di Campi Elisi più di ogni altro conviene a questa fortunatissima sponda…!”
(Giornale del Viaggio di Napoli negli anni 1789 e 1790 del Conte Carlo Castone della Torre di Rezzonico)


Ricordo del 18 Novembre – di Renato Benintendi 73-76


…troppo dura, non ce la faro’ mai! Troppo forte il richiamo di casa, il ricordo della famiglia, troppi giorni passati qui dentro senza uscire, il mondo solo un lontano rimpianto. Mi dolgono i piedi, questi maledetti cerotti che si muovono sotto le ghette, durante le estenuanti prove all’ Albricci. “Il perno e l’ ala”, “la conversione”, “l’ attenti a destr!”, stupidi incomprensibili slogan del tenente. Sembra quasi primavera in questi primi giorni di novembre, il cielo sgombro di nubi, l’ aria secca, lontano il vociare di una citta’ che ancora non conosco, recluso come sono ormai da settimane nel recinto di Pizzofalcone e nelle piste dello Stadio Albricci.
Domani e’ il 18 Novembre, prima libera uscita, la pratica da sbrigare velocemente all’ Arenaccia, poi finalmente casa. Il silenzio della notte rotto dalla sveglia gracchiante, con la puntina sul disco che non e’ mai cambiata dai tempi di Pisacane. Salto come una molla dal letto a castello e indosso, per la prima volta dopo le prove dal sarto, la mia divisa, le ghette, il cinturone, e passo dall’ armeria dove il compagno winchester M15 semiautomatico pare mi faccia l’ occhiolino, mentre mi porge la baionetta che ripongo nell’ immacolato fodero infilato a mo’ di cimelio di guerra nel cinturone. Dal cortile giungono le note della batteria tamburi, che strano, mai il suono mi era parso cosi’ limpido e sincrono, mai cosi’ bella la musica. Mi affaccio, il mazziere rotea in aria la sua alabarda con la disinvoltura di un direttore d’ orchestra, conduce senza incertezze quel manipolo d’ arte e di giovinezza. Strano, non riconosco il viso noto delle cappellacce, degli anziani e anzianissimi nel drappello, confuso forse nell’ articolato svolgersi del variopinto cordone e nella policroma bellezza degli strumenti. Sono qui da poco piu’ di un mese eppure quei visi che sfilano sotto il mio sguardo di novizio mi sembrano quelli degli allievi di sempre. Che cosa mi succede ora? Mi sembra di essere un veterano mentre salgo senza indugio sul CP, destinazione Arenaccia. Lungo il percorso che da Pizzofalcone ci porta verso lo stadio militare, Napoli mi sembra oggi seguire con affettuosa attenzione il nostro viaggio di giovani soldati. Dai balconi, dagli altarini dei vasci, dai caffe’ ancora pressoche’ vuoti, la citta’ saluta con familiare consuetudine i suoi piccoli legionari, in un abbraccio mai terminato dal 1787. Un brivido mi corre lungo la schiena, ora che facciamo il nostro ingresso nello stadio e prendiamo posto nei ranghi. Lontano sugli spalti indistinguibili impossibile riconoscere chiunque, eppero’sappiamo che lassu’ qualcuno ci ama. Lente le note del CANTO DELL’ ADDIO si levano sulle compagnie sfilanti, e quel canto impareggiabile e senza incertezze sembra provenire dal coro piu’ esperto del San Carlo. Sono loro, gli ex allievi. Ora comprendo e divento parte inscalfibile della loro storia. Mentre in un abbraccio totale le compagnie di ex allievi si uniscono alle nostre prima dell’ ultima sfilata, non riesco a capire come quella accozzaglia di divise, abiti borghesi e barbe incolte riesca in evoluzioni di marcia migliori delle nostre, allineati, coperti, con il perno serrato come una trivella petrolifera e l’ ala che ruota come una lastra di granito tagliata a misura. Come avranno mai fatto, diavoli di ex allievi? Si saranno esercitati in incognito per insegnarci a diventare grandi. Ora il mazziere lancia il suo trofeo in alto, nel cielo di Napoli: li’ le nuvole si sono diradate ed il sole, tornato a risplendere sul golfo, ora sorride!


Da Loro di Napoli, di Renato Benintendi 73-76

IL CORTILE PICCOLO

…nessun altro spazio, area, luogo della Scuola e’ rimasto nei secoli esattamente lo stesso come il Cortile Piave o Pianetto Piccolo…insomma il Cortile Piccolo, termine solo apparentemente riduttivo con cui con criterio metrico lo si distingue dal piu’ frequentato Cortile Grande, che ha invece subito completamenti, rimaneggiamenti, innalzamenti …Eppure questo spazio quasi abbracciato dai muri irregolari dell’ antico noviziato, conserva intatte forse per questo vicende e storie che nessuna cerimonia pubblica potra’ mai rappresentare, nessuna ricorrenza potra’ mai commemorare, nessuna circolare potra’ mai cancellare…Il Cortile Piccolo, a parte rari e fugaci momenti concelebrativi o mondani, rimarra’ per sempre il mare della Scuola, perche’ verso di lui confluiscono le scalette, lo scalone, persino i sotterranei, e con essi la sua intera vita …Su di esso affacciano le finestre delle camerate dove impenitenti anziani snobbavano distrattamente affacciati le adunate del mattino, a battaglione schierato… ammettono le grate dei sotterranei, il portone della chiesa…sul suo dimesso selciato si sono svolte le piu’ meravigliose e inenarrabili vicende di vita di migliaia di allievi, quelle che nessun diploma, certificato o RI potra’ mai riferire…Le beffe efferate delle incursioni, le adunate serali degli inverni piu’ rigidi, avvolte in mulinelli di vento freddo, e quelle delle primavere del cielo azzurro di Napoli…La consegna di centinaia di testimonianze d’ affetto e di tradizione, fatte di spadini, papielli, stecche, due pizzi…Se in silenzio ne percorri i pochi metri quadri nelle sere d’estate potrai sentire ancora le note del CANTO DELL’ ADDIO e scorgerai decine di piccole fiamme disposte a N…Attorno a te ti sembrera’ di vedere migliaia di visi che ti guardano con lo stesso sorriso affettuoso di allora…e ti sbaglierai, perche’ essi… saranno li’ per davvero…!


Vado al raduno, donna.

Mi metto in testa questo cavolo di due pizzi – se mi entra ancora – e vado al raduno.

Vado a ripensare scarpe da lucidare e brande da allineare

E acqua fredda al mattino

E docce che Esposito dispensava con parsimonia 

E anziani prepotenti, cappelle invertebrate e cappelloni da martirizzare 

E viaggi in treno più lunghi delle vacanze verso le quali portavano

E libere uscite più brevi del tempo per goderle

E domeniche di consegna passate a giocare col biliardo e coi pensieri

E un sonno fatto di sveglie con la luna nel cielo

E sogni di ragazze che mai più avrei rivisto

E pasta scotta, e biscotti fregati

E disciplina a volta ottusa

E notti in cella senza lacci alle scarpe

E freddo, e buio, e danaro contato

E voglia di casa 

E voglia di calore

E voglia di amore.

Sì, donna, forse son matto.

Ma vado anche a ritrovare i diciott’anni che non ho più smesso di avere

E il futuro di luce che avevo e che ho ancora

E quest’orgoglio tranquillo di esserci stato, che non vuole invecchiare

E compagni malati della stessa pazzia, su cui puoi contare

E qualche scarno valore da ficcare in testa a mio figlio

E una luce che ho accesa nel cuore

E me stesso.

Ecco perché vado al raduno, donna.

Mi metto in testa questo cavolo di due pizzi – se mi entra ancora – e vado al raduno.
-18 Novembre , 230 anni di storia


Ferdinando Scala 84-87

Mancano cinque giorni al Giuramento, e solo oggi ho trovato il modo di scriverti.

Lo faccio perché tu capisca, almeno un po’. Lo faccio perché tu sia più serena, almeno un po’.

Non credere che io non veda. Non credere che io non capisca. Lo sento il tuo sguardo che mi trattiene la nuca mentre cammino verso la Soglia. La vedo quella ruga al lato della bocca, quella che non hai mai avuto, e che parla della smorfia amara che fai quando vado via. Ti sento entrare nella mia camera quando sembra che io stia dormendo, in quei fine settimana in cui sono a casa. Non è facile per te accettare che io sia per la prima volta altrove, lontano, fisicamente e spiritualmente.

Ma vedi, io non posso spiegarti perché il tuo viso che si gira verso di me quando saliamo in macchina mi appaia straniero senza esserlo. Non posso spiegarti perché vederti preparare le mie camicie kaki mi fa desiderare che tu faccia presto, per poter andare. Non trovo le parole adatte per dirti quelle verità che prima di conoscere quelle mura sentivo per istinto, ma che una volta lì, mi sono esplose nell’anima.

La verità è che io sto lì per te, principalmente per te. Perchè se non fosse stato per tutto quello che mi hai dato, io non avrei voluto fare questa scelta. Se non fosse stato per i tuoi insegnamenti, non avrei sentito il coraggio morale di lasciare tutto alle spalle. Se non fosse stato per le tue parole, non avrei sentito il dovere di essere quello che sono.

Ho scelto di essere il più giovane dei soldati. Ho scelto di legarmi ad una Fede in un mondo che non ne ha. Ho scelto di abbracciare dei fratelli in spirito. Ho scelto di considerare l’Essere come pilastro della mia vita. Ho deciso che, costi quel che costi, io difenderò sempre i Valori che tu mi hai insegnato ad amare.

Perciò sii paziente, sii serena, sii orgogliosa. Quando verrai a vedermi, mi riconoscerai tra le centinaia di miei fratelli. E quando alzerò la mia mano al cielo, tu saprai che in quella promessa c’è un pezzo enorme di te.

Ci vediamo sabato mattina, mamma.


Il trentennale

Di Alberto Fontanella Solimena (66-69, 179°) da “I cadetti di Pizzofalcone”).

Sono passati già trent’anni da quando siamo entrati alla Nunziatella. Rispetto al ventennale c’è un’importante novità: abbiamo deciso di fare il raduno il 18 novembre, giorno della fondazione della Scuola, così possiamo partecipare, tutti assieme, ai relativi festeggiamenti.

Siamo allo stadio Albricci, lo stesso dove abbiamo marciato da allievi trent’anni or sono, per la cerimonia del Giuramento. Ho un’idea brillante: al momento della resa degli Onori alla Bandiera il mio Corso si schiererà separato dagli altri ex allievi, formando una compagnia a sé stante.

Ho chiesto al nostro Tenente dell’epoca, che è ancora in servizio alla Nunziatella col grado di Tenente Colonnello, di far dare allo speaker ufficiale della manifestazione un avviso che ci riguarda. 

E infatti, quando iniziamo a sfilare, dagli altoparlanti giunge l’annuncio: Sfila ora una compagnia formata dagli ex allievi del Corso 66-69 che festeggia il suo trentennale. Mentre ci avviciniamo alla Bandiera penso soddisfatto: «Forse è la prima volta che un Corso sfila in autonomia dagli altri ex allievi, che bello!» Poi gli Onori alla Bandiera, con la solita sensazione di orgoglio e nostalgia, rafforzata dall’essere assieme ai miei compagni di Corso, che arriva al suo culmine con l’Attenti a dest’ davanti alla nostra Bandiera.

Carlo il bello chiama, Italia risponde

Carlo il bello chiama, Italia risponde

Carlo ed Erin Carere: una coppia Italo-Americana a Hollywood.

Lui ex Capitano dei Carabinieri ed ex-Allievo della Scuola Militare Nunziatella di Napoli, lei cantante d’Opera.

In SPY vs SPIA, Carlo è la SPIA, Erin the SPY: insieme, hanno lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare il pilota di una serie tv scritta da loro e di cui sono i protagonisti. E sono riusciti nell’intento di raccogliere 20.000$. Anche grazie al contributo di tanti ex-Allievi Nunziatella!

MISSIONE COMPIUTA!

Leggi qui la storia di Carlo – un’eccellenza Italiana – e presto, anche grazie al tuo supporto… una star internazionale?

Carlo ringrazia così: <<

CE L’ABBIAMO FATTA!!! grazie di vero cuore a tutti voi che avete così generosamente contribuito. Le riprese del primo episodio di “Spy v Spia” saranno a novembre e ripagheremo la vostra fiducia realizzando un prodotto che vada il più lontano possibile. E’ una PROMESSA! Vi abbraccio tutti, sorelle e fratelli miei!!

>>

    Ven 1 Dic: Xmas Dinner in London

    Ven 1 Dic: Xmas Dinner in London

    Venerdi 1 Dicembre alle 20:30 si terrà la tradizionale cena di Natale inter-scuole in Londra.

    Nuovo anno, nuovo prestigioso locale…

    Devonshire Club
    4+5 Devonshire Square
    London EC2M 4YD
    www.devonshire.club

    …e nuovo formato (posh lounge / no formal seating /  canapé+bowl food)

    CANAPÉ

    Herb arancini with green chilli yoghurt (v)
    Cheese straws (v)

    Chilli crab on cucumber
    Smoked salmon & caviar
    Smoked trout & horseradish croissant

    Beef tartare, toast & truffle Mayo
    Lamb scrumpet, pea & mint salsa
    Sweet & sour chicken tulip

    BOWL FOOD

    Blackened cod, miso & Asian greens
    Truffle macaroni cheese (v)

    MINI-DESSERT

    Ice cream lollipops
    Lemon éclair

    DRINKS

    NV Prosecco Extra Dry – Lamberti, Treviso, ITA
    2016 Albariño – Eidosela, Rias Baixas, SPA
    2015 Crasto – Quinta do Crasto, Douro, POR
    Acqua & Soft Drinks


    Special dietary requirements? NOTIFICATE ALL’ATTO DELLA PRENOTAZIONE!


    Quota: £75 – PAGAMENTO: QUAM PRIMUM

    ac_detail

    Prenotazioni: over 18 only – Conferma email al più presto, specificando Nome, Cognome (se ex-Allievo +Scuola Militare & anni di corso) sia di chi prenota sia degli eventuali partner/ospiti.
    Chi volesse pernottare al club me lo faccia sapere per una tariffa scontata.

    NB: I posti sono limitati ad un max di 45 secondo l’ordine ricezione email.  


    Prenotati sinora (la lista verrà aggiornata regolarmente)

    _Albarosa, Gabriele 84-87N

    _Valent, Alberto 95-98N 

    _Bader, Anna (partner Valent)

    _Belloni, Umberto 98-01T

    _Capodici, Dario 04-07T

    _Ji, Julie (partner Capodici)

    _Origlietti, Raffaele 05/08T 

    _Prizio, Marianna (moglie Origlietti)

    _Giorgetti, Michela (ospite Origlietti)

    _D’Orsi, Giovanni 74-78N 

    _D’Orsi, Maria Giovanna 

    _Danieli, Giorgio 95-98M

    _Andersen, Maryana (partner Danieli)

    Spadavecchia, Domenico 11-14T

    _Flacco, Raffaele M

    _Mosella, Pasquale N

    _Pelliccia, Alessandro 96-99N

    _Bruzziches, Ada (figlia di Mario, 72-76)

    _Siciliano, Lorenzo T

    Soavi, Giancarlo T (maybe)

    Romano, Mauro (late)

     

     

    5 Nov 2017: in the country for the Country

    5 Nov 2017: in the country for the Country

    Ogni anno l’Ambasciata Italiana, insieme a gruppi di rappresentanza delle comunità Italiane dell’Inghilterra e del Galles, onora gli Italiani caduti nel Regno Unito durante le guerre mondiali con una sobria cerimonia.

    Quest’anno, per la prima volta, l’Addetto Difesa all’Ambasciata, Gen. B. Giovanni Gagliano, ha esteso un caloroso invito a tutti gli ex Allievi delle Scuole Militari a unirsi alla commemorazione, che si terrà:

    Domenica 5 Novembre 10:30-12:00 al Cimitero Militare Italiano di Brookwood.

    Trattandosi di una “gita fuori porta” a circa 40 minuti in direzione SW da Waterloo, Gabriele Albarosa 84-87N si curerà di organizzare un incontro conviviale post-cerimonia riservato agli ex-Allievi Scuole Militari:

    Sunday Lunch @ The White Hart Inn

    …una bella occasione per rivedersi o conoscersi ed arricchire le relazioni di una comunità in continuo mutamento e crescita.

    PARTECIPIAMO NUMEROSI!!!

    Dettagli logistici: 

    • comunicare al più presto la propria adesione – soli o accompagnati – a Gabriele Albarosa
    • trasporti: o treno da Waterloo o macchina… vediamo chi e quanti siamo e ci organizziamo.

    Prenotati ad oggi:

    – Gabriele Albarosa 84-87N

    – Mauro Romano 91-94N

    – Alberto Valent 95-98N


    Di sotto il comunicato ufficiale Ambasciata:

    Domenica 5 novembre, alle 11:00, nel cimitero militare di Brookwood, nella sezione riservata alle tombe degli italiani, si svolgerà la cerimonia annuale per onorare i nostri caduti, alla presenza di S.E. l’Ambasciatore d’Italia nel Regno Unito Pasquale Terracciano e delle altre autorità civili e militari.

    Il programma prevede, come di consueto, la deposizione delle corone, la celebrazione di una Messa e l’omaggio alle tombe.

    Il cimitero di Brookwood si trova a circa 40 km dal centro di Londra ed è raggiungibile in treno, partendo dalla stazione di Waterloo.
    Chi intende usare l’auto potrà consultare il sito http://www.brookwoodcemetery.com/directions/, per avere una mappa della zona.

    Tutta la collettività dell’Inghilterra e del Galles è calorosamente invitata a partecipare alla cerimonia.

    Si raccomanda di arrivare con un certo anticipo e comunque non oltre le 10:30.