Il giuramento più bello

Dal nostro inviato Mario Bernardi 95-98

Finalmente oggi sono riuscito a finire il resoconto sul giuramento: Il 18 Novembre 2017.
Ovvero Il mio primo 18 Novembre da Consigliere Irresponsabile.
Lo hanno detto tutti e, sicuramente, dietro la sua cera austera, anche il Presidente Mattarela lo avrá pensato: il 18 Novembre 2017 ha visto il più bel Giuramento di sempre.


Ma andiamo per ordine: il 17 novembre o, meglio, Venerdì 17, arrivo alla Scuola nel primissimo pomeriggio. Sono quasi le 15, l’Aula Magna è deserta, ma nel corridoio passeggia su e giù, giá vestito di tutto punto con l’uniforme sociale, quella vera con doppiopetto blu e bottoni con lo stemma della Scuola (ma dove l’avrá acquistata?), Giancarlo Tatone, il quale, evidentemente per evitare arrabbiature nel corso della 3 giorni di intenso programma che ci attende, è arrivato giá incazzato di suo. Iniziamo bene, penso io. Nel frattempo si chiude l’ultimo Consiglio Nazionale Uscente, ormai Uscito direi, e si comincia a popolare l’Aula Magna.

L’inizio è un po’ lento, siamo forse una decina inizialmente, comunque puntuali poco dopo le 15:30 il Presidente Alessandro Ortis apre il tradizionale incontro culturale del venerdì precedente al Giuramento, dove il Presidente Onorario Giuseppe Catenacci presenta la pubblicazioni dell’Anno appena conlcuso. Vengono presentati i Calendari, gli opuscoli di memoria storica incentrati su aspetti della Grande Guerra e infine il buon Nando Scala, chimico prestato alla ricerca storica, presenta la sua scoperta: “Il Caduto dimenticato: la breve Grande Guerra di Federico Mensingher”. Il Tenente Colonnello, corso 1877, caduto il 3 luglio del 1915, poco piú di un mese dall’entrata in Guerra dell’Italia, il cui nome, per qualche motivo, non é presente sul Masso del Monte Grappa posto all’ingresso della Scuola. Presto giunge, in compagnia dle fratello Pio, Francesco Forlani, che non ha bisogno di presentazioni, e che introduce l’ultimo numero della Rivista Sud, pubblicato questa volta grazie al generoso contributo volontario di 12 Soci della Sezione Estero. L’Uscita Un particolare ringraziamento va a Mimmo Orsini il quale si è prodigato per riparare ad un improvvido errore di stampa…. ultimo di tutta una serie di difficoltá che questa importante Rivista ha incontrato: l’occasione per la pubblicazione del numero 50 é che quest’anno ricorrono i 70 anni dalla fine della rivista pubblicata dal giovane Prunas proprio nei locali della Nunziatella: il numero appena pubblicato ha fra l’altro alcuni documenti originali dell’ultimo numero che allora non uscí.

È poi il momento di visionare le foto delle vacanze, si fa per dire, di Riccardo Innocenti e di Giuseppe Battaglia i quali, invece di portare le mogli e i figli in Sardegna o a Ischia, come farebbe il sottoscritto e penso molti di voi lettori,nel 2014 sono partiti per un mese alla volta della conquista di una vetta inesplorata del Karakorum chiamata appunto Nunziatella Peak.


Immaginate lo sbigottimento della platea, considerando che metá del parterre, me compreso, aveva ancora l’affanno per aver fatto un piano di scale.


A chiusura di questa lunga ed articolata presentazione, quando però ormai la Scuola cominciava ad affollarsi di ex allievi vagolanti, di saluti di ‘Uè comm stai!’ e altre esclamazioni di giubilo, spesso in vernacolo, tipiche di chi reincontra i vecchi compagni, viene proiettato un video sulla Chiesa della Nunziatella realizzato con un drone, parola che non significa un insulto (Sei Un Drone!) bensì una specie di micro elicottero, che a dire il vero assomiglia di più ad un frullino elettrico, che svolazza portandosi una telecamera in giro consentendo riprese a volo d’uccello. Leonardo da Vinci lo aveva giá immaginato nel 1510, ma ci sono voluti 500 anni per averne uno funzionante!
Finite le presentazioni i corridoi della scuola vengono inondati da una folla festosa di ex allievi di ogni epoca e grado fino al momento della deposizione della corona per ricordare i caduti. Si soffre un po’ per l’affollamento alla fine ci ritroviamo in Largo Nunziatella: si fatica un po’ a far rispettare il silenzio al momento della deposizione con la Guardia D’onore schierata di lato al Masso. Questa ecco é una cosa a cui pensare per il futuro: accoglienza ordinata, distribuzione di un programmino, visita alla scuola per gruppi, magari un brindisi, poi peró tutti zitti al momento dovuto.

Ma consentitemi un minimo flashback perché proprio prima che finisse il filmino sulla Chiesa, a dire il vero un po’ lungo, esco dall’Aula Magna e incontro Gabriele Albarosa in compagnia dei cadetti di Eton e del loro Comandante Lieutenant Colonel Michael Wilcockson con la consorte, coppia che ormai dopo numerosi incontri posso dire di conoscere bene, e proprio in quel momento ho il piacere di presentare Mimmo Orsini agli etonians e con licenza poetica introduco Mr Littlebears ai nostri ospiti Inglesi, un po’ interdetti al risuonare di quel cognome inglese. Nel rumore di sottofondo però lo scherzo si perde e chiedo venia sin d’ora a Mimmo, che certo saprà di questo affettuoso nickname che gli ho affibbiato. Dopotutto Bernardi è un cognome di origine germanica (simile a Leopardi etc) che vuol dire ‘orso forte’ per cui possiamo dire che siamo quasi parenti degli Orsi e degli Orsini…


Il resto della serata ha visto le tradizionali cene ed incontri di classe, e per i più giovani, l’assiepamento davanti al buon vecchio ‘Le Belles Choses’ in via Cesario Console. Dopo aver sperperato la serata bevendo spritz ho anche il piacere di face conoscenza diretta dello zoo del 214, com cui avevo avuto un acceso scambio ‘virtuale’ nesi mesi scorsi. Ragazzi per bene, facce pulite, occhi luccicanti. Io lo ripeto da anni: non vi é cosa peggiore che vedere ex allievi che si insultano per iscritto, sia per lettera o per notiziario o sui social. Questa dorebbe essere la prima regola: Mai e poi mai insultare gratuitamente chi non si conosce, salvo avere dei solidi elementi. Per chi non lo sapesse nel corso di qest’anno alcuni Ex Allievi del 2014 hanno preso in ostaggio uno dei tanti gruppi Facebook Ex Allievi che avevevamo creato anni fa migrando da un gruppo “moderato” in maniera alquanto dispotica: nel giro di pochi minuti i giovani dello Sc B del 214 sono rimasti i soli amministratori del gruppo, ma essendo anche maldestri dopo numerose dimostranze riescono a farsi bloccare deifinitvamente dal dio di Facebook. In pratica hanno fatto la fine di Robespierre, peró con la differenza avendo perso le chiavi quel gruppo orami é destinato al naufragio perpetuo nel vuoto digitale…

Dopo aver fatto le ore piccole, alle ore 9 del 18 novembre inizia l’ammassame to sulla stessa via Cesario Console di un numero imprecisato di Ex Allievi: 2000 secondo i piú, 1650 per gli organizzatori, 800 per la Questura. Comunque il numero esatto lo avránno certamente i Satelliti e i Droni spioni di Google Earth…

La giornata è stupenda: il Golfo di Napoli ci regala un sole magnifico e brillante, un cielo terso e un’aria tepida e accogliente, se la Nunziatella è la Nostra Madre, Napoli con la sua generosa bellezza è la nosta amante. La piazza del Plebiscito, l’antico largo di Palazzo, ci accoglie generosamente mentre le Autoritá ci osservano compiaciute dalla Tribuna, in realtá il vero spettacolo é la folla che preme sulle transenne che delimitano lo spazio della cerimonia, incorniciato dai Palazzi gemelli della Prefettura e del Principe di Salerno, con il Palazzo Reale, bruno di pietra lavica e di rosso scuro, sdraiato sul fondo come un enorme gigante pluricentenario in tutta la sua maestá, mentre dirimpetto sul versante settentrionale la Basilica di San Francesco di Paola ci abbraccia come un Grande Madre rivelando le suo origini di tempio illuminista nonostante sia un ex voto alla restaurazione. Dal Bronzo del suo Cavallo chissá cosa avrá pensato il Re Ferdinando da dietro la Tribuna, mentre osservava muto quel grande e festoso assiepamento.

Il tempo, nei momenti felici, è un ladro che sparisce in fretta, forse per questo che il gruppo di ex allievi volontari a supporto dell’organizzazione della cerimonia, creato da Gabriele Abarosa, è stato denominato Ermès (sic), come il dio protettore delle borse firmate, ops volevo dire come il dio messaggero, che però è anche il dio protettore dei mariuoli.

Fatto è che le quasi due ore che precedono il nostro schieramento volano veloci, così come la cerimonia stessa: sono presenti tutte le massime autoritá, mancavano solo il Santo Padre Papa Francesco e la Regina Elisabetta! Erano infatti presenti: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dal “nostro” Alessandro Casarsa Comandante dei Corazzieri, ill Ministro della Difesa, Senatrice Roberta Pinotti, il Consigliere del Presidente della Repubblica e Segretario del Consiglio Supremo di Difesa, Generale Rolando Mosca Moschini anch’egli Nunziatello, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano e il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, il Comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, sempre Ex Allievo ed anche direi molto partecipe, presente ed affezionato.


Presenti anche L’Ex Ministro della Difesa nonché ex Allievo Prof. Arturo Parisi, Il Governatore della Regione Campania De Luca e il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che ogni anno generosamente invita la Scuola a tenere la Cerimonia del Giuramente in Piazza del Plebiscito.
La cerimonia ha Inizio: l’Organizzazione, gli allestimenti, la Banda dell’Esercito, gli ex allievi stessi, ben vestiti e persino abbastanza quieti. Francesco Sciascia, neo Vice Presidente dell’Associazione e Giancarlo Tatone, hanno battutto la piazza in lungo e in largo tenendo insieme i ranghi.


Padrino del 230 corso è l’ex Allievo MOVM Generale Rosario Aiosa, che proprio quest’anno festeggia il 50ennale: “Non scambiate i vostri ideali per una toga o una feluca, per una presidenza o uno scranno”. Il messaggio di Aiosa é di una forza e un coraggio che solo una Medaglia D’Oro poteva esprimere: la fedeltá a se stessi davanti ad ogni cosa, davati ai gradi, al potere, al denaro. 

Parole che nel cuore di ragazzi di 15 e 16 anni si andranno certamente ad annidare per poi dare i loro frutti, perché noi questo siamo, figli di una Scuola dove i Valori si trasmettono da generazioni e dove il coraggio e la forza di questi valori consentono anche di trasgredire quando questi stessi valori vengano messi in discussione da chi ha il comando.


Segue il discorso del Comandante Colonnello Fabio Aceto, seguito dal Giuramento vero e proprio. Interviene il Presidente dell’Associazione Ex Allievi Alessandro Ortis, sempre con voce tonante e che dopo aver salutato e ringraziato tutte le autorità insiste sul progetto di scuola Europea.


Torniamo alla cerimonia: l’ultimo atto non può che non essere il Pompa, quest’anno cantato in movimento… mentre la compagni allievi risaliva verso Monte di Dio: il tutto sotto gli occhi di migliaia di napoletani che come ogni anno affettuosamente partecipano alla Cerimonia da dietro le transenne.

Video del Pompa ad inseguimento

E qui vorrei fare un piccolo excursus: qual è il motivo che spinge ogni anno centinaia di persone a tentare di conquistare un posto nelle tribune? Personalmente, pur avendo ricevuto il posto in tribuna, non ho mai nemmeno per un attimo immaginato possibile di trascorrere il giuramento lontano dai miei compagni di classe e di corso, piuttosto me lo sarei guardato in tv.

Ma quale meccanismo archetipico di autoinganno spinge l’ex allievo generico medio a pretendere ‘il posto in tribuna’ in nome del suo essere qualcuno? Dopo oltre vent’anni di riflessione filosofico psicologica, o dovrei forse dire etologica, sull’exallievitudine mi sono reso conto che forse noi Ex abbiamo più cose in comune, tanto per fare un esempio, con Charles Manson o a un qualsiasi serial killer svitato, che non con un Giuno Bruto o un Furio Camillo, tanto per fare esempi lontani nel tempo e nello spazio. Questo per spiegare a che la naturale insofferenza un certo grado di omologazione e dicooperazione fra ex come pure la litigiosità che ahimè spesso ci contraddistingue.

Ma su questo tornerò, spero fra non molto, con uno studio specifico ispirato agli studi sull’educazione di Michael Foucalt. Stay tuned.

Dopo il Giuramento vero e proprio e la Consegna dello Spadino intervengono le autoritá: sia il Ministro che i Generali, i cui discorsi che troverete trascritti nei resoconti ufficiali, in sostanza, hanno sottolineato l’amore per la Nunziatella per ciò che è stata ed è ancora oggi e soprattutto l’impegno per ciò che diventerà nel futuro: la prima Scuola Militare Europea.

Per la prima volta quest’anno sono presenti in rappresentaza 2 allievi della Cadet Force dell’Eton College, indubbiamente la più antica e prestigiosa scuola superiore Inglese, e forse d’Europa. Parlando poi con gli allievi di Eton posso affermare che la loro ammirazione per la Nunziatella e per l’esperienza cui hanno avuto modo di partecipare è infinita.

Arriva il momento dello sfilamento, Presidente Ortis in testa, seguito dai Labari, Cinquantennale, Decennali e poi in rodine di anzianitá compangie di ex allievi! Per quei pochi secondi che ho avuto modo di sbirciare la tribuna d’onore durane la marcia le autorità erano davvero abbagliate e sfolgoranti di soddisfazione così tanto che il Ministro Pinotti a cerimonia conclusa si è mischiata e intrattenuta con numerosi ex allievi nella piazza, come uno di noi.

E qui consentitemi una considerazione personale: io non sono certamente di sinistra, ma sarà che Roberta Pinotti è per formazione un’Insegnante, sará che ha particolari capacità di ascolto e un rapporto eccellente con i vertici militari, che lei affettuosamente chiama ‘I miei uomini’ nelle riunioni ufficiali, io non ricordo mai un Ministro della Difesa tanto attento, vicino e affettuosamente presente nei confronti della Nunziatella.

Emblematica di questo rapporto è secondo me la foto del Ministro con il nostro neo eletto Vice Segretario Rosalia Ambrosio: due Donne, una che ha indubbiamente fatto strada, e ancora ne fará, e un’altra che ha davanti a se grandi sfide e altrattato grandi successi.

Ho scritto e continuerò a scrivere Ministro e Vice Segretario perché, con buona pace dei certe correnti di pensiero, sono convinto, e lo scrivo da filosofo, che la funzione venga prima della persona e non vice versa, che un termine sia maschile o femminile è spesso un mero accidente della evoluzione linguistica e non una regola aurea dai significati escatologici.

Dopo saluti, foto e strette di mano si fa l’ora, perché al sud in tempo si fa e non trascorre, si fa dico l’ora del Pranzo. E qui, cari amici, so di toccare, dopo la Nunziatella, un tema assai caro ai più: il cibo. Il ritorno a Napoli in occasione del 18 Novembre é si un ritorno all’adolescenza, ai nostri valori, ai nostri affetti ma anche l’occasione per ripercorrere quei sapori selvaggi incontrati nelle bettole dei Quartieri Spagnoli. Negli anni passati sistematicamente ci riversavamo sul lungomare dove ci siamo per quasi vent’anni fatti rapinare dalle pizzerie di via Partenope: tutte uguali, affollate, piene di cafoni, dove si mangia mediamente male a un prezzo alto e, se si segue il ‘faccio io un antipastino e poi un bel pesce?’ suggerito dall’abile cameriere broker, un prezzo addirittura altissimo se non da pranzo di nozze.

Quest’anno abbiamo seguito il consiglio del nostro Capocorso nonché Insider, il Professore Massimo Di Lillo che insegna proprio alla Nunziatella, il quale ha prenotato in una delle trattorie di Monte di Dio dove abbiamo mangiato non bene ma divinamente per poco più di trenta euro. Non svelo il nome per evitare di non trovar posto l’anno prossimo ma volevo condividere questo momento gastronomico: in particolare le polpette al ragù che ci sono state servite mi hanno ricordato il sapore di quelle di mia Nonna, buonanima, un gusto che non avrei mai pensato di poter ritrovare in vita mia, un momento di vera ed intima commozione.

Il pomeriggio del Sabato è da sempre dedicato all’Assemblea: quest’anno confesso di essere arrivato un po’ in ritardo, ma le polpette davvero meritavano un periodo di meditazione, come quando si prende l’eucarestia. Mi consola il fatto che il mio arrivo é coinciso con quello nel Segretario Entrante Fulvio Campagnuolo: sono in buona compagnia.

Ogni anno si fanno le stesse riflessioni: ma é mai possibile che l’Assemblea si debba fare proprio nell’unico giorno in cui molti di noi incontrano dopo anni i compagni, hanno le famiglie al seguito, sono provati da pranzi luculliani o si preparano per il festeggiamenti del lono ennale? Ormai da diversi anni vi é l’usanza di chiamare una 2 giorni per parlare di Associazione, le ultime due volte a Bologna, e in anni precedenti era stata organizzata in altri luoghi, non sarebbe forse piú logico creare un evento ‘ad hoc’ dove si discute di Associazione e si tiene poi l’Assemblea? Potrebbe essere a Napoli nel mese di Maggio, oppure un evento itinerante, magari nel centro Italia per essere facilmente raggiungibile da tutti. Cosí il 18 novembre finalmente ce lo viviamo per quello che é: una grande festa, e in concomitanza si potrebbe anche organizzare il sabato pomeriggio, dopo le 16, le presentazioni culturali, e magari per la serata una cena o una serata dove soprattuto gli ex allievi che non hanno organizzato iniziative di corso possano ritrovarsi e conoscere altri ex allievi.

L’assemblea è un rituale ormai consolidato, ma a differenza di quanti molti potessrro pensare questa assemblea del 2017 è stata particolarmente breve e lineare. Non sono mancati momenti folcloristici come l’intervento di Nunzio Seminara e lo scambio scarpettiano fra Pascucci e Ballerini, a seguito dell’intervento di quest’ultimo sugli ex allievi di serie A e di serie B, annosa questione che da almeno 30 anni aleggia soprattutto sulla Sezione Lazio. A mio avviso il motivo assai semplice perché é a Roma che si scontrano il numero degli ex allievi, sia militari che civili, ‘impiegatizi’ e ‘dirigenti’, per cui la vita di questa sezione scorre sempre su un doppio binario con periodici scontri fra chi vorrebbe il circolo e chi invece una specie di dopolavoro, modelli, a mio avviso, entrambi superati.

Il Past President, nonché storico Segretario Nazionale, prende la parola e convoca Paolo Ballerini con la domanda: “Tu sei Paolo Ballerini?” “Si sono io”, “Tu a Roma hai detto che Pascucci è una bestia di Avvocato?” E Ballerini: “Sì, confermo..” Al che Pascucci replica con un vernacolare “E Vafacul…”

Noi siamo, evidentemente, anche questo. Dopotutto anche alla cena di natale a casa di ciascuno di noi c’è lo zio matto che fa il suo discorso e i parenti che litigano, però alla fine sempre natale è ed è bello ritrovarsi attorno alla stessa tavola imbandita.

Avviene il momento di passagio fra Il Presidente Uscente Alessandro Oritis e Giuseppe Izzo, il cui zio omonimo, e fors’anche eponimo, Medaglia d’Oro, proprio 50 or sono veniva eletto presidente dell’Associazione. Insomma il Nuovo Presidente, il quale anch’egli ha festeggiato in questa occasione il cinquantennale, inizia giá con altissimo compito: quello non solo di eguagliare il suo illustrissimo avo predecessore Generale Izzo, ma anche il suo diretto predecessore Sandro Ortis il quale, come tutti sappiamo, ha lasciato l’Associazione in uno stato per molti aspetti di grazia, cosa che tutti, persino i più critici, hanno più volte riconosciuto.


Il cambiamento é sempre un fatto positivo poiché si mettono in moto nuove energie e si creano nuove opportunitá, in bocca al luo Presidente Izzo!

L’assemblea si chiude in un clima assai disteso, ognuno si dirige verso i propri appartamenti per prepararsi per le rispettive serate: cene di corso, ennali, baccanali vari. Io alle 20 mi reco al circolo “Rari Nantes” dove l’ottimo Gianni De Leva ha organizzato i festeggiamenti per il 40ennale, e qui ritrovo il Presidente Ortis, il Presidente Onorario Catenacci, gli Umberto e Gabriele Albarosa con la Mamma Francesca nonché gli Etonians, occasione per un mini raduno della Sezione Estero, presenti Carlo Volpe e da Singapore Gianluca Trezza.

Domenica vi confesso che, pur essendomi svegliato alle 7 e qualcosa, sono rimasto a letto più del dovuto. Chi ha figli molto piccoli può comprendermi, ogni occasione per indulgere un po’ più a letto nella quiete del mattino è d’oro.

Arrivo a Scuola a Messa terminata e in Chiesa non ci sono più nemmeno 4 gatti, ma solo uno, tigrato. Issss… provo a farlo uscire ma prende la via della sagrestia… vabbuò allora deve essere ‘di casa’ o meglio ‘di chiesa’. La Chiesa vuota mi si offre in tutta la sua barocchissima bellezza, ma é un barocco gaudente, sensuale, giocoso che mai si prende troppo sul serio, gli astuti Gesuiti a Napoli nel ‘700 l’avevano giá capito, la Fede é un pericolo, meglio celiare. E quindi i colori pastello, le forme avvitate e svolazzanti, i marmi scintillanti e le forme sinuose, se nel paradigma del mondo barocco e poi rococó la vita é un sogno, come scisse Calderón de la Barca, é vero che la Religione diventa un grande e solenne Spettacolo: la Madonna il cera del Pieri restuarata grazie al buon Francesco Sciasca é li a testimoniarlo, le labbra semichiuse, lo sguardo altrove, la smorfia di dolore, ma non vi preoccupare, alla fine é di cera, anche se sembra vera.

Entro a Scuola e in Aula magna si svolgono ulteriori proiezioni mentre i radunisti visitano la Scuola, i sotterranei, che poi sarebbero i locali della Crypta della Chiesa, e infine la mensa dove ci attende un lauto, e devo dire gustoso, pasto. Non ho mai firmato con lo spray nei sotterranei e, a dire il vero, é una cosa di cui ado fiero: in un modo dove tutti sono ossessionati dall’apparire, dal lasciare la propria presenza,

Presenti al tavolo del Comandante Aceto Il Presidente Izzo, in compgania dei compagni di corso del 50ennale, e fra gli altri, Rosario Aiosa, sempre corso 67, e poi Franco Sciascia e Mimmo Orsini che ha anche per l’occasione fatto da Maitre/Bidello facendo accomodare i radunisti (Urlando: Bernardi fai sederei tuoi cappelloni che non si capisce niente! Rispondo: Mimmo ma io sono ospite non c’entro nulla! Tu c’entri sempre…. é la risposta, Mimmo se non ci fossi bisognerebbe davvero inventarti)
Pranzo, torta, fotografie e poi il canto del Pompa, con tutti i radunisti di tutti i corsi abbracciati: questo è in fondo ciò che siamo: dei compagni di classe, di tutti i corsi, e, idealmente, in quel pompa cantanto a mensa potevi vedere tutti insieme gli ex allievi di ogni epoca cantare il Pompa ai cappelloni di ieri, di oggi e speriamo sempre di più, di domani.